Sotto il sole della Małopolska nasce un vino dal carattere forte
Sotto il sole della Małopolska nasce un vino dal carattere forte
Le tradizioni vinicole, nate nei monasteri medievali della Małopolska, sono per lungo tempo cadute nell’oblio. Sono scomparse in seguito al cambiamento climatico, al crollo del commercio, alle guerre e alla concorrenza spietata. È un peccato, perché qui si importava vino già in epoca romana. Botti di questa nobile bevanda viaggiavano lungo le rotte dei mercanti, sulle pendici del Wawel si coltivava la vite e il vino prodotto dai suoi frutti veniva servito sui tavoli di corte. Era aspro e molto secco.
Poi, la pratica della viticoltura venne meno. Ma la natura non si fa ingannare. Nei pressi delle mura degli edifici camaldolesi continuano a crescere viti quasi centenarie, piantate molto tempo fa dai monaci. I proprietari della cantina Srebrna Góra, che hanno avuto il coraggio di tornare a queste ricche tradizioni, sono convinti che insieme ai vigneti tornerà anche l’usanza, e forse anche la moda, di bere vini polacchi. Non è un fenomeno isolato. L’arte della produzione vinicola sta rifiorendo nella Małopolska in modo straordinariamente veloce e dinamico. Oggi il voivodato conta oltre cento vigneti, 50 dei quali formano l’Itinerario del Vino della Małopolska. I turisti partecipano con interesse a eventi e festival tematici, che consentono non solo di conoscere il gusto dei vini che nascono sotto il cielo della Małopolska, ma anche le attrazioni e il fascino delle località e dei territori.
Il cuore nella bottiglia
All’inizio del XX secolo nella Małopolska iniziarono ad apparire timidamente i primi vigneti. Si può dire che erano quasi sperimentali. I primi successi dei coltivatori sia della Małopolska che del Podkarpacie diedero speranza e coraggio agli altri. Ci si accorse che anche su terreni duri e difficili, con primavere fredde e gelate, si poteva produrre vino di qualità più che discreta. Ci vuole una pazienza quasi benedettina, tanta ambizione e voglia di sperimentare, ma il risultato finale può dare grandi soddisfazioni. Sapori diversi nascono nel nord del voivodato, dove dominano i terreni di loess, altri ancora nell’Altopiano di Cracovia-Częstochowa, o nel Pogórze karpackie. Le bottiglie, infatti, contengono ciò che i frutti traggono sia dal suolo che dall’ambiente circostante. Oltre naturalmente al cuore di chi li ha piantati. E i cuori, per natura, sono diversi l’uno dall’altro. Alcuni proprietari amano sperimentare e incrociare i ceppi, altri preferiscono concentrarsi su ciò che è collaudato e classico. Tra le bianche, nella Małopolska la fanno da padrone le varietà di sibera, seyval blanc, hibernal, moscato di Odessa e jutrzenka, mentre tra le rosse rondo e regent.
Per avere successo bisogna armarsi di pazienza. A volte occorre attendere due anni per il vino, altre volte ancora più a lungo. Il primo assaggio del vino prodotto dai frutti raccolti sui pendii ai piedi del monastero camaldolese di Bielany è avvenuto nel 2012, quattro anni dopo avere ottenuto il permesso di coltivazione e due anni dopo avere piantato le viti. Il sapore e il profumo, ossia il terroir, sono influenzati da tutte le circostanze e condizioni locali, sia dell’aria che del suolo, ben distinguibili nel bicchiere. Qui i terreni sono calcarei, tipici dell’Altopiano di Cracovia-Częstochowa, e assolutamente unici. A Srebrne Górze nascono vini da vitigni nobili e varietà PIWI (ibride). Questi vitigni, amanti del freddo e più rischiosi da coltivare, richiedono un pizzico di sole in più. Tra questi troviamo riesling, chardonnay, pinot gris, gewürztraminer, pinot noir, zweigelt, regent, seyval blanc.
Il caso?
Può capitare anche che un vigneto nasca per caso. Così è stato con la cantina Novizne nel Pogórze di Rożnów. Anziché coltivare prugne ungheresi per la produzione delle prugne secche suska sechlońska, Urszula e Bogusław Kamiński decisero di investire in un modesto vigneto. L’investimento si è rivelato un successo, perché il loro progetto sta dando frutti eccellenti e il vigneto si è esteso fino a raggiungere le 90 are. Vi crescono diverse varietà: aurora, bianca, hibernal, muscaris, moscato, seyval blanc, solaris e swenson red per i vini bianchi e maréchal foch e regent per i vini rossi. I frutti vengono lavorati in loco, in un piccolo laboratorio. I vini bianchi e rossi vengono fatti fermentare in speciali serbatoi in acciaio inox. Il vigneto si trova sull’ Itinerario del Vino della Małopolska. Chi viene in qui visita ha la possibilità di degustare i vini della famiglia Kamiński in una bella cantina in pietra, oltre che godersi delle attrazioni che in questa zona di certo non mancano. Non lontano da qui si trovano il lago di Czchów, un parco avventura e un allevamento di daini.
I vigneti della Małopolska offrono alloggi, pranzi fatti in casa e magnifiche storie. Sono situati in luoghi di grande bellezza. Da esempio, dal castello di Korzkiew, a pochi minuti di cammino si può raggiungere la cantina św. Jana. Il vigneto è situato sul pendio della collina Lipowiec e i suoi frutti traggono nutrimento dal terreno argilloso-sabbioso, su un fondo di calcari giurassici. Il gusto dei vini è stato apprezzato dalle giurie di svariati concorsi enologici, che hanno assegnato ai proprietari numerose medaglie per i prodotti delle ultime annate. Nell’ambito dell’Itinerario del Vino della Małopolska vengono organizzate le Giornate delle Cantine Aperte, durante le quali si possono non solo conoscere i vitigni e la storia della cantina, ma anche degustare i migliori vini. Quando li versa colui che li ha creati hanno un gusto migliore.
In bicicletta
Queste visite possono essere effettuate anche in sella a una bicicletta. Nella regione di Tarnów, nel Pogórze, è possibile seguire i percorsi enoVelo che toccano luoghi di grande bellezza famosi, ad esempio, per le coltivazioni dei locali fagioli piękny jaś, per la produzione di cetrioli fermentati o per la salsiccia di Tuchów. In questa regione si possono degustare i vini che nascono nelle cantine Dąbrówka, Rubinowa, e Uroczysko. Attenzione però a non esagerare con le degustazioni, se volete tornare a casa in bicicletta. La soluzione migliore è pernottare in loco.